venerdì 10 giugno 2011

Lanzarote

Eccomi di ritorno da una settimana di mare e vulcani a Lanzarote, l'isola in bianco e nero: il bianco delle case e il nero della terra lavica.
Che bello sfuggire allo smog e alla pioggia milanese di questi giorni e immergersi in un mare freddo, ma non troppo, e passeggiare sulla lunga spiaggia di Famara con le nuvole che si rincorrono e il sole che ti abbronza e neanche te ne accorgi. E poi la riserva del Papagayo e la spiaggia nera del Golfo e le maree che si alzano e si abbassano in modo così repentino da costringerti a spostare tutto di corsa. E poi, Timanfaya, il vulcano attivo che sobbolle nelle viscere della terra e scalda l'enorme griglia del ristorante ma incute anche un certo timore, perchè, chi può mai saperlo, magari si arrabbia e sommerge tutto di nuovo. E poi, ancora, Cesar Manrique, l'artista che ha reso famosa la sua isola e ha cercato di conservarla nell sua integrità e nei suoi colori: il binaco e il nero e il verde delle finestre.